Museo Diocesano di Arte Sacra

Indirizzo Via Giuseppe Mazzini n.1
Telefono 0122.622640
Fax 0122.622640
EMail museo@controculturalediocesano.it
Web http://www.centroculturalediocesano.it
Apertura Dal 1° Luglio al 31 agosto:
Da Martedì a Sabato: 09.30/12.00 – 15.00/18.30
Domenica – Lunedì 15.00/18.30
Dal 1° settembre al 30 giugno: :
Sabato a Domenica: 14.30 – 18.00
Chiusura 24 Dicembre
Tariffe Intero: 3,00 €
Ridotto: 2,00 € per minori di 18 anni, magiori di 65, gruppi minimo 10 persone
Cumulativo: 8,00 € con 5 sedi del Sistema Museale Diocesano
Informazioni In settimana visite su prenotazione

Inaugurato il 22 settembre 2000, il Museo Diocesano d’Arte Sacra di Susa (TO)vuole essere espressione del cammino storico – artistico e culturale del popolo della Valle di Susa.

Il Museo, fortemente voluto da Mons. Vittorio Bernardetto (Vescovo di Susa dal 1978 al 2001), è stato realizzato e allestito su progetto dell’arch. Michele Ruffino.
La novità principale e distintiva del Museo Diocesano d’Arte Sacra è il carattere diffuso e territoriale da esso assunto.
La volontà di prestare un servizio alla valorizzazione delle potenzialità umane sul territorio e la ricchezza di testimonianze artistiche presenti sullo stesso, hanno fatto nascere un progetto articolato in una “struttura diffusa“, che affianca cioè alla sede centrale segusina le sedi staccate site a Melezet, San Giorio di Susa, Giaglione e Novalesa.

Il Trittico del Rocciamelone (Sec. XIV)

Il Trittico del Rocciamelone, interamente inciso con il bulino, è composto da tre parti terminanti a cuspide, unite da quattro cerniere: a quella centrale, più grande, sono collegate due più piccole a foma di trapezio, che fungono da sportelli, in maniera da rendere più comodo il trasporto del trittico.
Sulla tavola centrale è rappresentata la Madonna seduta su un trono a cassapanca mentre tiene in braccio il piccolo Gesù, che in una mano regge una sfera, simbolo del mondo, e con l’altra accarezza il mento della madre.
Entrambi hanno il capo circondato da un’aureola.
Sull’anta di sinistra è rappresentato San Giorgio a cavallo nell’atto di trafiggere con la sua lancia il drago; mentre su quella di sinistra c’è un santo con la barba, probabilmente San Giovanni Battista (patrono dei Cavalieri di Malta), con le mani posate sulle spalle di un guerriero inginocchiato che rappresenta il committente del trittico, Bonifacio Rotario.
Tutte le figure sono sovrastate da esili arcate gotiche e sono racchiuse entro motivi ornamentali che occupano l’intero sfondo.
Nella fascia inferiore del trittico è invece incisa una scritta latina in caratteri gotici che si può così tradurre: “Qui mi ha portato Bonifacio Rotario, cittadino di Asti, in onore del Signore Nostro Gesù Cristo e della Beata Maria Vergine, nell’anno del Signore 1358, il girno 1° di settembre”.
Nel 1673 Giacomo Gagnor di Novaretto, convinto di fare un piacere al duca Carlo Emanuele II, “ruba” il trittico dalla vetta del Rocciamelone e lo trasporta al castello di Rivoli, dove i reali stanno trascorrendo il periodo estivo, in maniera da risparmiare al duca la faticosa salita fino alla cima.
L’opera viene esposta nella chiesa dei Padri Cappuccini di Rivoli e onorata con un solenne pellegrinaggio da Rivoli a Susa, cui partecipano un’enorme folla di fedeli e le maggiori autorità religiose e civili.
Il trittico viene quindi posto nella cattedrale di San Giusto di Susa da dove è stato poi trasferito nella sede del Museo Diocesano situato nella chiesa della Madonna del Ponte.

Trittico di Rotario

Dedicato alla Vergine Maria, fu portato dal cavaliere Bonifacio Rotario, per voto, sulla cima del monte Rocciamelone, tuttora consacrato alla Madonna.

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